La “curva maledetta” di Modica: una comunità in lotta da oltre 1000 giorni
Da più di mille giorni, gli abitanti della zona servita dalla SP37 a Modica vivono un’incredibile odissea quotidiana. La loro strada principale, oggi conosciuta come “la curva maledetta”, è stata letteralmente inghiottita da una devastante frana nel novembre 2021, trasformando radicalmente la vita di un’intera comunità. Mentre le istituzioni continuano a rimbalzarsi responsabilità e i lavori di ripristino restano fermi, i cittadini hanno dovuto adattarsi a una realtà fatta di isolamento e promesse disattese.
Il collasso del tratto della Strada Provinciale 37 ha creato non solo disagi logistici, ma ha innescato una vera emergenza territoriale che colpisce centinaia di famiglie. La resilienza di questa comunità, però, sta diventando un simbolo di resistenza civile siciliana di fronte all’abbandono istituzionale.
Isolamento forzato: l’impatto sulla vita quotidiana
La chiusura della SP37 ha trasformato radicalmente la quotidianità dei residenti delle aree rurali di Modica. “La situazione è diventata insostenibile,” racconta Salvatore, portavoce del comitato cittadino “SP37 Subito”, costituito spontaneamente dai residenti della zona. “Ciò che doveva essere un disagio temporaneo si è trasformato in un’emergenza permanente che ha cambiato le nostre vite.”
I percorsi alternativi hanno triplicato i tempi di percorrenza: chi prima impiegava 15 minuti per raggiungere il centro di Modica, oggi ne impiega oltre 40. Per le famiglie con bambini piccoli o anziani, la situazione è particolarmente critica, soprattutto in caso di emergenze sanitarie.
“Le ambulanze impiegano troppo tempo ad arrivare attraverso i percorsi alternativi,” spiega Salvatore. “Alcune famiglie con persone fragili hanno dovuto trasferirsi altrove. Chi poteva permetterselo ha cambiato residenza, ma non tutti hanno questa possibilità.”
Rischi sanitari crescenti dopo la frana
Dietro questa vicenda di ordinaria inefficienza amministrativa si nasconde un’emergenza sanitaria sempre più preoccupante. Il comitato “SP37 Subito” ha recentemente denunciato le precarie condizioni igieniche della zona tramite una lettera inviata alle autorità competenti.
La chiusura della strada ha complicato il servizio di raccolta rifiuti, provocando l’accumulo di spazzatura in diverse aree. I sistemi di drenaggio danneggiati dalla frana hanno creato zone di ristagno d’acqua che, soprattutto nei mesi estivi, diventano potenziali focolai per insetti e parassiti.
Il sindaco di Belmonte ha scritto alla Regione Siciliana sottolineando l’urgenza di avviare i lavori e evidenziando i rischi per la salute pubblica causati dalla prolungata chiusura. La situazione peggiora con il passare del tempo, richiedendo interventi non più rimandabili.
Fondi stanziati ma lavori fermi: il paradosso burocratico
Dopo quasi due anni di attesa, nell’ottobre 2023 sono stati finalmente approvati i fondi per la messa in sicurezza della SP37: 6,8 milioni di euro per il consolidamento del costone roccioso e 3,6 milioni per la costruzione di una galleria paramassi, per un totale di circa 10,4 milioni.
I progetti, affidati agli ingegneri Fabio Cafiso e Ivan Torretta già nel 2021, rimangono però sulla carta. Secondo le fonti ufficiali della Città Metropolitana di Palermo, il via libera ambientale è arrivato nell’aprile 2023, ma l’avvio effettivo dei lavori è subordinato all’approvazione dell’Assemblea dei Sindaci.
“Ci hanno detto che i lavori sarebbero dovuti partire entro 12 mesi dall’approvazione dei fondi,” spiega Salvatore, “ma siamo quasi a fine 2023 e ancora non vediamo movimento. Ogni settimana che passa è un’altra settimana di disagi per le nostre famiglie.”
Comunità in azione: dalla protesta alla solidarietà
Di fronte all’inerzia delle istituzioni, la comunità locale ha risposto con iniziative creative e con straordinaria resilienza. I residenti hanno organizzato manifestazioni pacifiche, raccolto firme e utilizzato i social media per dare visibilità alla loro situazione.
Maria, una giovane residente della zona, ha iniziato a documentare settimanalmente lo stato della frana e i disagi quotidiani. “Ho iniziato a condividere foto e video della nostra situazione per non sentirmi impotente,” racconta. “Non pensavo che sarebbero diventati così virali, ma ora ricevo messaggi di solidarietà da tutta la Sicilia.”
I suoi video, che mostrano la non-evoluzione della situazione, hanno attirato l’attenzione di alcune testate giornalistiche locali e hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione sul problema.
Pericoli idrogeologici e monitoraggio insufficiente
Durante i sopralluoghi tecnici effettuati nel 2021, sono state individuate “altre fratture nel costone roccioso” che rendono la situazione ancora più allarmante. Gli esperti hanno evidenziato come il rischio di ulteriori frane sia concreto, soprattutto durante i periodi di piogge intense.
La Protezione Civile e il Corpo Forestale sono intervenuti più volte per monitorare la situazione, ma senza poter risolvere il problema di fondo, che richiede interventi strutturali significativi. Il piano di mitigazione del rischio idrogeologico attivato dalla Regione Siciliana prevede 24 interventi sul territorio, ma i tempi di realizzazione sembrano allungarsi indefinitamente.
Crisi economica locale: attività in ginocchio
La chiusura della SP37 ha avuto un impatto devastante anche sulle attività economiche della zona. Diverse piccole aziende agricole e attività commerciali hanno visto crollare il proprio fatturato a causa dell’isolamento.
“Prima della frana, la mia azienda agricola riceveva regolarmente visitatori interessati all’acquisto diretto dei nostri prodotti,” racconta Antonio, un agricoltore locale. “Ora è diventato così complicato raggiungerci che molti clienti hanno rinunciato. Ho perso quasi il 70% del fatturato in questi due anni.”
Le attività turistiche della zona, che puntavano sulla bellezza del paesaggio rurale e sulla tranquillità dell’entroterra modicano, hanno subito un colpo altrettanto duro. B&B e agriturismi hanno registrato un crollo delle prenotazioni, con conseguenze economiche significative per l’intera comunità.
Resistenza siciliana: ironia come forma di lotta
Nonostante le difficoltà, gli abitanti non hanno perso la capacità di affrontare la situazione con una dose di ironia tutta siciliana. Sui social media circolano meme e battute sulla “curva maledetta”, trasformando la frustrazione in creatività.
Durante le manifestazioni, i cartelli mostrano slogan ironici come “La nostra pazienza è franata prima della strada” o “Qui il tempo si è fermato, proprio come i lavori”. L’umorismo è diventato una forma di resistenza e un modo per mantenere alta l’attenzione sul problema.
- Manifestazioni pacifiche con cartelli creativi
- Documentazione fotografica sui social media
- Eventi culturali e incontri pubblici
- Lettere alle autorità e ai media
- Costituzione del comitato “SP37 Subito”
La SP37 e il futuro di una comunità resiliente
Mentre le autorità continuano a promettere interventi imminenti, gli abitanti restano sospesi tra speranza e rassegnazione. Le ultime comunicazioni ufficiali parlano di un inizio lavori previsto entro la fine del 2023, ma dopo tante promesse non mantenute, i residenti rimangono comprensibilmente scettici.
“Vogliamo credere che questa volta sia quella buona,” afferma Salvatore, “ma dopo due anni di promesse vuote è difficile mantenere la fiducia nelle istituzioni.”
La storia della “curva maledetta” di Modica è emblematica di una Sicilia che, nonostante tutto, non si arrende. Di fronte all’inerzia istituzionale e alle difficoltà quotidiane, i residenti hanno creato una rete di solidarietà e resistenza civile che continua a lottare per i propri diritti.
Come recita un cartello appeso all’ingresso della zona colpita: “La strada è interrotta, ma la vita continua.” E, a giudicare dalla determinazione degli abitanti, continua con uno stile tutto siciliano: tra una risata e una protesta, con dignità e senza mai arrendersi, in attesa che la loro voce venga finalmente ascoltata e la loro comunità riconnessa al resto del mondo.
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