L’armadio pieno ma “niente da mettermi”: il segreto nascosto dietro lo shopping compulsivo

Perché compriamo vestiti che non mettiamo mai? La psicologia dietro lo shopping “terapeutico”

Quante volte ti è capitato di aprire l’armadio e trovare capi con ancora il cartellino attaccato? Non sei solo: diversi studi sui comportamenti dei consumatori suggeriscono che tendiamo a indossare ripetutamente solo una piccola parte del nostro guardaroba, spesso attorno al 20%, anche se la cifra può variare a seconda del campione considerato.

Il potere seduttivo dello shopping: più che una semplice necessità

Gli esperti di psicologia del consumo hanno identificato diversi meccanismi che ci spingono a comprare vestiti anche quando non ne abbiamo realmente bisogno. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che l’atto di fare acquisti stimola i circuiti della ricompensa nel cervello, come il nucleus accumbens, coinvolto anche in altre forme di gratificazione immediata.

La “retail therapy” non è solo un modo di dire

Il termine “shopping terapeutico” non è solo un’espressione popolare. Ricerche condotte hanno mostrato che questa pratica può ridurre sensazioni di tristezza e offrire un sollievo emotivo temporaneo.

I meccanismi psicologici dietro gli acquisti impulsivi

  • Compensazione emotiva: Acquistiamo per colmare vuoti emotivi o compensare insicurezze.
  • Proiezione futura: Compriamo vestiti per una “versione ideale” di noi stessi.
  • Gratificazione immediata: Il piacere dell’acquisto supera la razionalità del bisogno reale.
  • FOMO (Fear Of Missing Out): La paura di perdere un’occasione o una tendenza.

Il ruolo delle emozioni negli acquisti superflui

La dottoressa April Lane Benson, psicologa specializzata in shopping compulsivo, evidenzia come spesso acquistiamo vestiti non per necessità ma per quello che rappresentano emotivamente. Un nuovo capo può simboleggiare un nuovo inizio, un cambiamento desiderato o un’aspirazione.

L’impatto del marketing emozionale

Secondo studi, molte decisioni di acquisto nel settore moda sono guidate da motivazioni emotive più che razionali, come il bisogno di appartenenza e la gratificazione personale.

Il ciclo della dopamina: perché continuiamo a comprare

Come illustrato dalla psicologa Susan Weinschenk e confermato da studi neuroscientifici, il rilascio di dopamina nel cervello avviene soprattutto nella fase di anticipazione e acquisto, più che nell’utilizzo effettivo degli oggetti acquistati.

Come riconoscere e gestire lo shopping compulsivo

Segnali d’allarme da non sottovalutare:

  • Acquisti frequenti di capi simili tra loro.
  • Sensi di colpa post-acquisto.
  • Difficoltà nel resistere alle promozioni.
  • Tendenza a nascondere gli acquisti.

Strategie per uno shopping più consapevole

La dottoressa Jennifer Baumgartner, psicologa e autrice di “You Are What You Wear”, suggerisce alcune strategie efficaci:

  • La regola delle 24 ore: Attendere un giorno prima di effettuare acquisti non necessari.
  • L’inventario emotivo: Chiedersi quale bisogno emotivo si sta cercando di soddisfare.
  • La lista dei desideri: Pianificare gli acquisti invece di farsi guidare dall’impulso.
  • Il metodo del guardaroba capsula: Concentrarsi su capi versatili e combinabili.

Verso un rapporto più sano con lo shopping

Comprendere i meccanismi psicologici che guidano i nostri acquisti è il primo passo verso un consumo più consapevole. Studi hanno dimostrato che lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei propri pattern di acquisto, anche attraverso strategie di mindfulness, può ridurre sensibilmente gli acquisti impulsivi.

La chiave non è demonizzare lo shopping, ma trasformarlo da escape emotivo a esperienza consapevole. Ricordando che la vera soddisfazione raramente deriva dall’accumulo di beni materiali, possiamo iniziare a costruire un rapporto più equilibrato con i nostri acquisti e, di conseguenza, con noi stessi.

Perché compri abiti che poi non usi?
Per sentirmi meglio
Perché erano in saldo
Per reinventarmi
Per imitare trend
Non lo so davvero

Lascia un commento